Green Border racconta, in successivi capitoli, l’esodo di una famiglia proveniente dalla Siria, e di altri profughi che viaggiano con loro, verso il confine tra Bielorussia e Polonia. Poi ci sono gli attivisti che provano ad aiutare gli immigrati a sopravvivere ed infine i militari polacchi che obbediscono agli ordini.

Un dramma, corale, dell’immigrazione, ma anche una profonda riflessione su quello che vuol dire essere “europei”, costringendoci a guardare l’”inferno” senza voltare le spalle. Un film necessario che, girato in un fantastico bianco e nero, capace di rendere l’idea del freddo dei luoghi dove è ambientato, ci obbliga a non fare finta di niente.

Un film “obbligatorio”, avvincente e dal ritmo serrato. Un lungometraggio da non perdere assolutamente, anche solo per prendere coscienza di quello che tutti, nessuno escluso, siamo diventati. Green Border è pura fiction ma non esiste un film migliore di questo per raccontare la realtà!

Si rischia di diventare subito obsoleti raccontando il presente. Purtroppo l’attualità non finisce mai di sorprenderci in negativo, resta il fatto che Green Border ha comunque il pregio di essere un grande film!

Premio Speciale della Giuria al Festival di Venezia 2023.

“L’armonia è di per sé impossibile senza le differenze”